Una scritta non è solo una scritta. Dietro a una frase c'è un messaggio che si vuol trasmettere. Con la calligrafia si può dare un abito a questo messaggio che può accompagnarlo in maniera invisibile, oppure completarlo dandogli un tono giusto, una dignità. Oppure esattamente l'opposto: la calligrafia e il suo uso possono ridicolizzare il significato fino a creare una idiosincrasia, o un effetto comico studiato. La calligrafia, forma ed estetica diventa parte integrante della comunicazione, o figura retorica. Qui sotto vedete il mio progetto "Parolacce in libertà" che vuol essere un omaggio alla lingua italiana, anche nella sua forma più popolare e bassa. Perché la parolaccia è cultura, libertà. Ecco potete notare che la scrittura incide ad alleggerire il significato rendendolo efficace e facendoci anche sorridere. È la parola che sorride di se stessa. Noi sorridiamo di noi stessi.
Ci sono alcuni nomi nella vita di una calligrafa che è un onore scrivere. Per questo trema la mano nel tracciarli, come se quella persona, di cui si disegna mentalmente l'immagine lettera dopo lettera, fosse lì ad aspettare proprio quella scritta. Da tutta la vita. Dunque non si può sbagliare una lettera, uno spazio, un'inclinazione. Talvolta si pregano i santi e la Madonna per avere una benedizione speciale: ogni tanto viene concessa, ogni tanto no. Tutto questo nello spazio di pochi istanti infiniti.
Esiste la calligrafia perfetta? Secondo me sì. La mia dopo anni di perfezionamento mi ha dato grandi soddisfazioni. Per questo ho deciso di distaccarmi dai miei maestri e trovare la mia strada. Ho amato tantissimo e mi sono crogiolata nella bellezza della scrittura storica e dei suoi canoni. E di questo devo ringraziare i miei maestri, che non mi hanno mai incatenato, anzi mi hanno davvero voluto bene, quel bene umano che ogni maestro trasmette ai suoi allievi. Posso citare i maestri che considero i più importanti nella mia formazione, ma ringrazio ogni giorno ognuno di loro: Kitty Sabatier, Jean Larcher, Ricardo Rousselot. Le calligrafie formali e le calligrafie espressive: oggi sento il bisogno di una calligrafia più vera, viva, che parli con una sua voce naturale, diversa. Per questo ogni tanto gioco con me stessa come in un duello allo specchio: calligrafia perfetta o calligrafia mai vista? Qui sotto un alfabeto in corsivo rinascimentale interpretato liberamente e ispirato nell'esasperazione degli svolazzi a un grande calligrafo: Raphael Boguslav. Tutto questo per dire che il processo diventa importante tanto quanto il risultato. Come disse il poeta Kavafis in "Itaca":"Quando ti metterai in viaggio per Itaca devi augurarti che la strada sia lunga, fertile in avventure e in esperienze."
